« ... rock come linguaggio, colto e proletario, scagliato al di là degli stati e dei ghetti; rock, come grido di indipendenza o avvilente business. Odiato ed amato, beatificato come un santo ed esecrato come un demonio, questo figlio bastardo, nato da un “peccaminoso matrimonio” tra bianchi e neri (il blues e il rhythm and blues da una parte il country and western dall’altra) si è impadronito in breve tempo del mondo, cantando la ribellione e la speranza, la disperazione e l’utopia, il malessere e la solidarietà, l’estasi dei sensi e la fredda notte della morte... »
Giampaolo Rizzetto | tratto dal testo dell’etichetta del disco